Giornalino
UPPER SECONDARY INTERNATIONAL SCHOOL

Semestre in Irlanda: l'esperienza di Edoardo Cossetti

Autore
Anya Savio, Lucrezia Grosso

Il nostro compagno Edoardo Cossetti, 3B, ci ha raccontato della sua vita da exchange student in Irlanda, portandoci in viaggio insieme a lui per rivivere gli alti e bassi della sua esperienza. Scopriamo come ha vissuto la scuola, il lavoro, e le amicizie in questo affascinante paese. 

paesaggio irlanda

METTERSI ALLA PROVA

Tre sono i motivi che mi convinsero a lanciarmi in questa avventura:

  • La possibilità di apprendere in modo approfondito la lingua inglese, cosa che credo importantissima al giorno d’oggi;
  • Il fascino incredibile riguardo la differenza di vita di questo paesino di allevatori rispetto alla seppur bellissima, ma ormai conosciuta, vita di Torino.
  • L’idea di mettermi alla prova ponendo me stesso in attività che non avrei potuto svolgere nella vita abituale ed assaporare questo stile di vita più “antico”.

NUOVA FAMIGLIA

Uno straordinario viaggio attraverso l’Irlanda del Nord con i miei genitori, inizia così la mia avventura.

Davanti alla porta della mia futura casa, i miei genitori mi salutarono, ed io iniziai a provare sentimenti contrastanti: paura, euforia, tristezza e felicità.

Mi accolse, quindi, quella che sarebbe diventata la mia host sister, una ragazza austriaca anche lei qui per imparare l'inglese; entrai in casa e, pronti ad accogliermi, c’erano un ragazzo italiano della mia età ed un altro ragazzo danese di un anno più piccolo, con cui ho instaurato un bellissimo rapporto.

In prima fila c’era questa signora dal volto gentile e spensierato. Avevo incontrato quella che sarebbe stata la mia Mamma per i successivi mesi.

LEGAMI

Dopo qualche giorno venni a sapere dell’esistenza dei nostri vicini che, come la mia host mum, ospitavano degli exchange students: una ragazza tedesca, una spagnola. In seguito arrivò anche una ragazza italiana.

Tra tutti, strinsi un legame particolarmente forte con un vicino di casa irlandese di nome Cillian.

Cillian, nonostante sedicenne, era già un bravissimo allevatore: guidava il trattore e spesso mi invitava ad andare nel pub con i suoi amici, cosa che a lungo termine mi aiutò tantissimo, consentendomi di familiarizzare il più possibile con questo paese, che in quel momento non potevo sentire più lontano.

A differenza dei miei host brothers, che stavano spesso tra di loro, grazie a Cillian io riuscii ad integrarmi nella società locale. 

NUOVE AMICIZIE

Ad essere sinceri, non sempre è stato facile stare in Irlanda perché i miei “fratelli” andavano tutti in una scuola ed io in un'altra. Inoltre venni inizialmente accolto freddamente dai miei compagni di classe irlandesi, iniziai dunque a dubitare che quello potesse essere il posto giusto dove passare i mesi successivi.

Ma, come nei libri nel punto in cui il protagonista sembra arrendersi, arriva un oggetto o una persona che gli fa rialzare la testa, così succese anche a me. Arrivarono infatti a salvarmi tre ragazzi spagnoli: Aray e Antonio, dalle isole Canarie, e Pablo.

Il loro arrivo modificò completamente il mio soggiorno in Irlanda, poichè non si fermavano neanche davanti alle mie proposte più estravaganti: come fare il bagno nell’ oceano a novembre oppure nel laghetto della città.

WORK EXPERIENCE

In Irlanda ho intrapreso, seguendo il consiglio del College, un percorso in cui un giorno alla settimana bisogna trovare un lavoro. Questa attività, chiamata “work experience”, è stata forse quella che mi ha fatto maturare di più!

Mi è capitato di fare delle cose davvero bizzarre. Come andare ad un’asta di mucche per vendere i nostri bovini, oppure scavare una tomba al cimitero con pale e picconi, mettendo persino la bara all’interno.

Lavorando per un fioraio ho dipinto muri, lavato le vetrine del negozio e venivo mandato a fare le commissioni con la bici.

Nello stesso tempo lavoravo, di sera, in un pub dove portavo birre e pulivo per terra. Grazie alle mance, a fine serata mi rimaneva un bel gruzzoletto che, secondo il proprietario del pub, stavano meglio nelle mie tasche che in quelle di quelli che li avevano persi.

RIFLESSIONI

Dopo questi mesi, ripensando alle mie perplessità iniziali e, ammetto, ai miei timori, posso ora senz’altro riconoscere che questa sia stata un’avventura unica ed irripetibile. Mi ha consentito non solo di migliorare l’inglese, ma, più di tutto, maturare grazie alle tante esperienze che quella vita mi ha messo di fronte. La consiglio a chiunque abbia la possibilità di viverla perché può cambiare il modo di vedere le cose.